giovedì 19 febbraio 2009

Cade la neve... sulla torta di mele


Nevica...
no! non qui a Torino!
è nevicato sulle cattedrali della Puglia e non solo nella mia regione natia, ma in quasi tutto il sud questo inverno, che ci lascia sempre più attoniti, ha regalato fiocchi bianchi leggeri a chi, magari, non li vedeva da tempo...

Ma non mi sono trasformata in un metereologo... è che mi fa stupire pensare che qui fa freddo ma c'è il sole che ci allieta, mentre giù dai miei genitori... la situazione è completamente diversa! E' che loro non ci sono abituati e così ... si raffreddano! Non è vero, papà?

Non che noi non siamo nelle stesse condizioni... tuttaltro! La serata delle Lasagne abbiamo scoperto che Chiara aveva un'otite + inizio di tonsillite da antibiotico! è che mia figlia non si lamenta! deve avere una soglia del dolore piuttosto alta xchè quando la "dottoressa Michela" l'ha visitata mi ha chiesto: ma mangia? Si perchè in quelle condizioni un adulto non riuscirebbe a mettere in bocca cibo...
Beh.. ci credete che proprio quella sera la "malata" si è pappata una bella porzione di lasagne e poi carote, bietole e frutta? per non parlare di grissini e pane HOME MADE...

Allora IO come faccio a CAPIRE quando sta male???

Ma le coccole di cibo non devono mancare a casa nostra... sono importanti come le medicine...
e così

coccoliamo il nonno a distanza e la figlia da vicino con questa bellissima (grazie al mitico stampo offertoci dalla SILIKOMART) TORTA DI MELE!

Ingredienti
250g di farina 00 x dolci
80g di fecola di patate
130g di miele
4 mele golden
100g di burro
3 uova
1 bustina di lievito x dolci con vanillina
mezzo bicchiere di latte
sale un pizzico

Ho separato le uova, montato i bianchi a neve ferma aggiungendo un pizzico di sale.
I rossi li ho montati con il miele ed il burro fuso, a poco a poco ho aggiunto la farina e la fecola setacciate. A parte ho tagliato le mele a tocchettini e le ho messe da parte.
In ultimo ho sciolto il lievito nel latte e l'ho aggiunto al composto. Aggiunte le mele ho mescolato piano piano e continuato a mescolare anche quando ho aggiunto i bianchi montati, ma non troppo, mi raccomando!

Ho versato il tutto nello stampo CHE NON NECESSITA DI NULLA, nè burro, nè farina...

Cotto in forno già caldo a 180°, statico, per 50 minuti.

Servire dopo aver spruzzato di neve (zucchero a velo) e mangiare tiepida.

lunedì 16 febbraio 2009

vado di fretta....

... eh sì ultimamente sono sempre un pò di fretta ed è per questo che alla fine il mio blog resta la cosa che viene più trascurata... accipigna!!!

Ma non mi voglio dimenticare che ho preso un impegno, con voi, con me, con la mia passione!

E così...
eccovi in anteprima la cena pronta x stasera


Stiamo uscendo... abbiamo una cosetta da fare con Chiara e so già che torneremo un pò + tardi e affamati... e così... cena x tre... pronta!

Lo leggete dalla foto... a casa mia è difficile trovare in freezer i noti piatti pronti della notissima marca...
piuttosto amo avere in frigo altri acquisti salvacena...
Uno di questi è la confezione di LASAGNE SFOGLIAVELO (si quelle di Giovanni Rana, le migliori a mio avviso) già pronte da mettere in teglia, condire e cuocere... chi è senza peccato scagli la prima pietra, so che la lasagna fatta in casa è tutta un'altra cosaaaaaa :)

Ma alla fine
mi è bastato..

Fare un ragù veloce di carne e verdure (con cipolla, sedano e tanta carota... un pò di olio e la carne (250g di macinato misto di suino e bovino)... sfumare il tutto con del vino bianco (1/2 bicchiere) e attendere che si asciughi, in ultimo passata di pomodoro (400g MUTTI), sale, noce moscata.

Ed ecco poi la besciamella... x 8 fogli di lasagna e x questo ragù me ne sono bastati 300g
30g di burro, 30g di farina 00, 300ml di latte...
besciamella fatta come Dio comanda...

Assemblare il tutto con abbondante parmigiano grattugiato

15 minuti di forno già caldo a 200°

conservare x la cena dove verrà OVVIAMENTE riscaldata di nuovo...

VELOCE VERO???

Ora scappo... alla prossima

Ah dimenticavo! Questo è un annuncio per le mamme... Grazia e Annarita hanno messo su un iniziativa niente male per la cucina dedicata ai piccoli... basta che andate a farvi un bel giro sui loro blog
Grazia http://cuocapercaso.blogspot.com
Annarita http://iltreninoelaquilone.blogspot.com


lunedì 9 febbraio 2009

ed oggi ... aceto balsamico!

Ve lo avevo annunciato... non solo ricette in questo blog!


Oggi vi scrivo di sua maestà L'ACETO BALSAMICO... ed ecco cosa sono riuscita a trovare...

Non si sa con certezza come sia nato l’aceto balsamico: probabilmente, come tutte le cose più particolari, è stato il caso, o come preferivano dire gli antichi, è stata la volontà del fato a farcelo conoscere. Nell’antica cucina modenese si usava la saba, il mosto d’uva cotto. Forse una piccola quantità di saba è stata dimenticata e ritrovata dopo molto tempo: qualcuno deve averla assaggiata ed essersi accorto che il gusto dolce e agro poteva diventare un condimento delizioso per molti piatti. E così fu. E quindi ecco i primi documenti scritti che ci parlano di una botticella di aceto regalata dal Marchese Bonifacio, Signore del castello di Canossa e padre di Matilde, per farsi perdonare dall’Imperatore Enrico II di Franconia di non aver pagato le tasse. Tutto questo accadde nell' anno 1046, e naturalmente il perdono arrivò.
Da quel momento la produzione del balsamico si sviluppò sempre di più, fino a raggiungere il suo apice quando i Duchi d’Este si trasferirono da Ferrara a Modena nel 1598: i duchi infatti sembravano gradire molto il gusto particolare di questo aceto e ne incentivarono la diffusione.
Nel 1700 il balsamico è già conosciuto in Europa: documenti d'archivio testimoniano che le richieste di aceto balsamico giungevano da parte di mercanti inglesi e francesi, e perfino il Gran Cancelliere di Moscovia ne andava matto.
Prima che in cucina, l’aceto balsamico fu usato in farmacia: un medico modenese lo prescriveva ai malati di peste e molti erano i rimedi a base di aceto per guarire da diverse malattie.
La storia si sa, non ha un percorso semplice e lineare, e molto spesso l’aceto balsamico ha rischiato di scomparire, come quando al tempo della Rivoluzione Francese ci fu la vendita all’asta delle acetaie ducali o come quando Camillo Benso Conte di Cavour ordinò di spostare tutte le botti migliori da Modena al castello Moncalieri, dove le scarse conoscenze delle tecniche di conduzione portarono alla perdita di questo immenso patrimonio. L’aceto balsamico comunque ce l’ha fatta: la sua tradizione si è tramandata nelle famiglie modenesi da padre in figlio, arrivando intatta fino ad oggi.

I tipi
Ci sono tre tipi di aceto balsamico: l’aceto balsamico di Modena, l’aceto balsamico tradizionale di Modena e l’aceto balsamico tradizionale di Reggio Emilia. I tre prodotti sono diversi perché alcune tecniche di lavorazione differiscono leggermente. L’aceto balsamico tradizionale è prodotto dal mosto cotto di uva ad avanzata maturazione. Ma, mentre i reggiani fanno invecchiare l’aceto nella botte di ginepro, i modenesi no. Naturalmente tra vicini di casa non mancano le dispute e per i veri intenditori si tratta di prodotti profondamente differenti. I profani invece non potranno far altro che deliziarsi di entrambi i prodotti.
Diversamente dai tradizionali, l’aceto di Modena non può essere fatto con mosto cotto concentrato e caramellato. Ha tempi di affinamento e maturazione più brevi, generalmente in botti di legno di grandi dimensioni. La differenza comunque si nota soprattutto nel prezzo. Molto costoso l’aceto balsamico tradizionale, meno l’aceto balsamico di Modena. I prezzi comunque dipendono soprattutto dalla lunghezza dei tempi di maturazione.

Le proprietà
Il colore è bruno scuro, abbastanza denso, ha un profumo penetrante e persistente. Il sapore, inconfondibile, è dolce e agro. Ha solo 26 calorie per decilitro, un'alta concentrazione di vitamina C, sali minerali, proteine e aminoacidi.
Inoltre, ha la proprietà di rendere più appetibili e digeribili i cibi, agendo beneficamente sulla secrezione della saliva, dei succhi gastrici e pancreatici, riducendo contemporaneamente le fermentazioni intestinali. Non per niente, infatti, l’aceto balsamico ha da sempre un uso terapeutico: un cucchiaino da caffè di aceto balsamico invecchiato, consumato al mattino, è estremamente efficace nella cura e guarigione dell'ulcera gastrica poiché i fenoli, i polifenoli e gli enzimi, rinforzano le pareti dello stomaco e dell'intestino.
L'aceto balsamico dura tantissimo perché si usa con il contagocce, tale è la potenza e l'intensità aromatica. Si può usare dagli antipasti fino al dolce proprio per il suo notevole residuo zuccherino e la sua aromaticità. Ad esempio è molto indicato sulle scaglie di grana con Champagne, sui carpacci, sui crostacei, sul filetto, ma anche sui dessert come una coppa di fragole o un gelato alla crema (gelato di Matilde). In cucina, dunque, si può usare in mille modi. Ma attenti al dosaggio: troppo sovrasterà il sapore degli ingredienti, con troppo poco l'aroma si disperderà.

foto tratta dal web


L’aceto fai-da-te (non quello balsamico, ovvio!!!)

Per farlo in casa serve vino rosso o bianco, meglio sui 10 gradi e non oltre. Mettere il vino in una damigiana non tappata a temperatura di 25-30 gradi, l'acetificazione avverrà in circa 15 giorni, ma ci vorrà un mese prima di consumarlo. Non presenterà caratteristiche costanti e se si vuole guadagnare tempo basta aggiungere al vino su 4 litri un litro e ¼ di buon aceto. Apri un’ora al giorno per ossigenare, quando si formerà una pellicina sulla superficie dell'aceto avrai ottenuto "la madre".

L’aceto aromatizzato
Mentre l’aceto balsamico è un prodotto a tutela gastronomica, tipico delle province di Modena e Reggio Emilia, l’aceto aromatizzato lo si può fare anche in casa: basta mettere in un vaso a chiusura ermetica gli aromi, erbe o spezie come il dragoncello, o i capperi, o il basilico, il peperoncino, i frutti di bosco. Poi si procede alla macerazione in un luogo caldo e soleggiato, successivamente si filtra e si conserva in una bottiglia di vetro in luogo fresco e buio.

tratto da: http://www.buonpernoi.it/ sito di informazione a cura di Coop


Ed ora la ricetta

LONZA BRASATA ALL'ACETO BALSAMICO

Ingredienti x 4 persone
600g circa di lonza di suino (trancio intero)
1/2 bicchiere di vino rosso
4 cucchiai di aceto balsamico di Modena
3 cucchiaio di olio EVO
1 rametto di rosmarino, alcune foglie di salvia e 1 foglia di alloro tritati
1 spicchio d'aglio
sale e pepe bianco
1 cucchiaino di fecola di patate o di amido di mais
brodo vegetale q.b.




Fate rosolare la lonza uniformemente con l'olio, il trito di erbe aromatiche, l'aglio (che poi eliminerete) sale e pepe. Dopo 15 minuti sfumate con il vino e lasciate evaporare.
Continuate la cottura per altri 30 minuti a fuoco basso, versando ogni tanto piccole quantità di brodo. Quasi a fine cottura unite l'aceto balsamico e mescolate bene. Togliete la carne dal tegame, aggiungete al sughetto di cottura la fecola fatta sciogliere in una tazzina di brodo freddo e amalgamate tutti gli ingredienti in modo da ottenere una salsina densa ed omogenea.
Servite la lonza tagliata a fettine non troppo spesse e irrorate con la salsina all'aceto balsamico.






In ultimo, ma non certo perchè meno importante, un doveroso ringraziamento a quelli della COMPAGNIAdelCAVATAPPI... il pranzo di ieri è stato divinamente "irrorato" con un Chianti che avevo scelto nel pacco che gentilmente mi hanno offerto per aver partecipato all'iniziativa de LA COMPAGNIA DEI BLOGGER!
ancora grazie grazie grazie!!!

venerdì 6 febbraio 2009

La frittata di pasta... un piatto unico jolly


Mamma mia... è una settimana che non scrivo sul mio blog... il tempo vola e resta sempre umido e freddiccio ahimè... piove :( l'inverno pare non voglia lasciarci ed intanto... noi cuciniamo!

Dico noi perchè ultimamente Chiara si sta rivelando una vera piccola cuochettina, si diverte un mondo ad aiutarmi... soprattutto con i dolci ed i lievitati salati... rispetta ogni mio dettame e lo esegue alla perfezione, capendo che non è uno scherzo, che stiamo creando davvero quello che poi mangeremo!! Stamattina? Grissini e panini al farro... fatti con le mie e le sue manine!!!

Ma passiamo ad altro... sono un pò apatica con il mio rapporto con il mio blog e mi scuso se l'ho trascurato... ho bisogno di dargli uan ventata nuova... ho in mente qualcosina (ispirata anche dalla scelta che ha fatto STELLAdiSALE nel suo blog, a proposito leggetevi gli ultimi suoi post... sono molto interessanti: GRAZIE STELLA!!!!)


E così ho deciso di NON RINUCIARE a condividere con voi le mie ricette (d'altronde quello che vedete in questo blog io lo mangio sul serio, e non vi dico che fatica fotografare al volo tutto ciò prima che il piatto mi si freddi (e chissà come mai è sempre il MIO il piatto che attende!))
ma vorrei condividere con voi anche notizie, eventi, insomma tutto quello che mi passa x la testa e davanti agli occhi e che parla di CIBO... la nostra grande e necessaria passione!!!

Che ne dite? Vi interesserebbe?

Oggi vi lascio con una ricetta di una semplicità disarmante...
qualche amica mi ha chiesto via Facebook cosa fosse... ed io le accontento subito... eccovi la

FRITTATA DI PASTA




..basta prendere un pò di pasta avanzata (preferibilmente spaghetti) o farla appositamente e lasciarala riposare dopo averla condita del condimento preferito (anche un semplice sugo al pomodoro va benone)... Una volta fredda condirla con 1 uovo ogni 125g di pasta, abbondante parmigiano e pecorino grattugiati (se il condimento precedente non è di pesce, altrimenti evitare), un pò di pepe macinato.

Scaldare una padella antiaderente con un leggero fondo d'olio e versarvi la frittata di pasta, prima di girarla (aiutandosi con un coperchio o con un piatto) verificare che si sia ben rassodata e abbrustolita) Cuocere secondo il proprio gusto (questa versione in foto è un pò "bionda) poco abbrustolita x via del fatto che anche Chiara l'ha mangiata e non ama le cose troppo dure e abbrustolite!


Lo sapevate che....
E' una battaglia che anima da tempo gli amanti dei primati, specialmente di coloro che si occupano di cucina.
TEMA: "Chi ha inventato gli spaghetti"
Nei pressi del Fiume Giallo, nord-ovest della Cina, è stato trovato da un gruppo di archeologi cinesi quello che sembra essere il più antico piatto di pasta. Esso risale a 4000 anni fa, quando, a causa di un terremoto, il piccolo recipiente si è rovesciato, permettendo agli "spaghetti cinesi" - lunghezza 50cm, spessore 3 mm - di arrivare quasi intatti fino ai giorni nostri. L'analisi sembra dimostrare che si tratta di "spaghetti" del tipo "La-Mian", ancora oggi in uso nella cucina cinese.
Sono diversi dai nostri, ma - se l'analisi delle date venisse confermata - il merito di avere inventato gli soaghetti passerebbe alla cucina cinese!

Fonte:
News ITALIA PRESS - Notiziario NIP - News ITALIA PRESS agenzia stampa - N° 199 - Anno XII (2005)